IL SECOLO XIX

11 novembre 2003

Il secondo libro della trilogia sugli elementi naturali di Mina di Sospiro

Se una goccia d’acqua racconta la storia del Po

Roberta Olcese

“Il protagonista del mio libro, che racconta in modo surreale la storia di un fiume a partire dall’età del ferro, è il Po.” Guido Mina di Sospiro, scrittore italiano con una laurea in cinema e spettacolo a Los Angeles, da anni a Miami, è in Italia a presentare Il fiume (Rizzoli, 374 pag. Euro 15.00) secondo di una trilogia dedicata agli elementi naturali. L’albero, pubblicato l’anno scorso, è alla seconda ristampa ed è stato tradotto in 6 lingue.

La voce narrante è una “goccia di pioggia” un po’capricciosa che convince ghiacciai, montagne e rivoli, nel testo resi personaggi, a dare corpo a un grande fiume, che sarebbe stato chiamato prima Bodincus, nome di origine celtica, e successivamente Po. Un fiume orgoglioso, pronto a costruirsi un percorso lungo, accumulando detriti. “Se gli uomini non liberassero continuamente la sua foce, continua Mina di Sospiro, potrebbe continuare il suo percorso nell’Adriatico.”

Il testo ha precisi riferimenti scientifici documentati, tra cui la migrazione delle anguille femmine, che abitano la foce del Po e vanno a morire nel Mare dei Sargassi dopo aver depositato le uova. Inoltre è testimone storico di quello che accadde sulle rive del Po dai Romani alla dittatura fascista-nazista, passando per gli Unni, Carlo Magno e Napoleone. È un continuo dipanarsi di personaggi rubati alla mitologia greco-romana di Ovidio, alle storie dell’alchimista svizzero Paracelo (1493 – 1541), padre della medicina omeopatica e inventore di ninfe, gnomi, salamandre e ariosette, simboli dei 4 elementi acqua arai fuoco terra. Non mancano i riferimenti alla magia centroamericana, agli sciamani, i funghi allucinogeni per concludersi con la pietra filosofale degli alchimisti, il diamante, che oltre ad essere durissimo è invisibile persino ai raggi X.

Mina di Sospiro, lei ha provato qualcuna di queste sostanze?

“Sull’Orinoco, in Venezuela, ho provato un estratto di liana e altro dagli effetti allucinogeni. Ho avuto l’impressione che il fiume fosse vivo. Il mio fiume nasce prima del tempo, è considerato una divinità, ed è sconvolto come un adolescente dalle ninfe che si buttano e fanno l’amore con lui, vive una romantica storia d’amore con la ninfa, Salmacis, filo conduttore del libro, fatta di inseguimenti e tradimenti, sul filo dell’ironia. Il Fiume è vivo, vede i colori in modo caleidoscopico, ama la Terra. Fino a quando la sua acqua non arriva, ai nostri giorni, ad essere veramente spazzatura.”

Lei registra dei dati precisi.

“Ogni giorno vengono buttati nel Po 136 mila tonnellate di nitrati, 250 di arsenico e 60 di mercurio. Il libro si avvale, tra gli altri, dell’aiuto del prof. Virgilio Anselmo dell’Istituto di Idraulica Agraria di Torino.”

Le donne hanno un ruolo importante nel suo libro.

“La prima civiltà è patriarcale, anche se nessuno lo ricorda.”

Come mai fa continui riferimenti mitologici?

“Trovo ingessate le traduzioni dei miti greco-romani. I miti devono essere vivi e urgenti, a prescindere dalla metrica. Ho pensato alle fibe dei fratelli Grimm, sono per bambini e per adulti, così spero il mio libro.

Com’è il Fiume?

“Il Fiume è un adolescente simpatico, che capisce e si dispiace. Ho impiegato sei mesi a scriverlo, e degli anni a perfezionarlo. È proprio come il fiume che scorre sulle rocce, il letto non è pronto finché non sono levigate.”

Questa è la prima edizione?

“Sì, l’ho scritto in inglese, ma esce prima in Italia. Rizzoli l’ha voluto subito.”

A quando il Vulcano?

“Passerà ancora del tempo. Il Fiume è un libro speciale, che ha segnato la mia crescita, non volgio ripetermi. Il prossimo sarà ambientato tra Ecuador, Israele e Chiapas, e il protagonista è umano o quasi. Pare che Oliver Stone sia interessato a comprarne i diritti, per il momento incrociamo le dita.”