20 dicembre 2003
Sulla sponda esoterica del Po
Secondo capitolo della trilogia di Guido Mina di Sospiro: i ricordi nascosti dell’umanità riaffiorano dalle acque del fiume.
MARINA GERSONY
Per scrivere questo libro – Il fiume (Rizzoli, pagg. 374, euro 15) – ne ha combinate di tutti i colori. Parliamo di Guido Mina di Sospiro, scrittore sulla quarantina dal nome altisonante, nato a Buenos Aires, cresciuto a Milano e residente con la moglie e tre figli a Miami.
La sua ricerca ebbe inizio nel 1994, quando decise di risalire l’Orinoco controcorrente e addentrandosi nella giungla. “Conobbi un etnobotanico statunitense – racconta inondandoci di parole – che viveva in un accampamento in riva al fiume per condurre ricerche con gli sciamani locali. Ingeriva dosi massicce di funghi ad alto contenuto di psilocibina. Io mi limitai a esperimentare con l’Ayahuasca, un infuso tradizionale degli sciamani. Fu così che il fiume mi apparve vivo: ogni sua particella d’acqua vibrava d’una vita sua”. Non pago dell’esperienza, questo autore a dir poco originale ritenne che per scrivere il suo libro avrebbe dovuto “uscire da se stesso” (chissà come l’avranno presa moglie e figli): “Digiunai per mesi, caffè cubano, sigari dominicani e qualche mango. Entrai in un’altra dimensione che mi aiutò a vedere il mondo da prospettive atropo-ec-centriche”.
Ma la cosa non finisce qui. Sempre più determinato a scoprire i segreti del fiume, ha pensato di trascorrere un periodo di tempo a Taos, sulle rive del Río Grande, nel Nuovo Messico: “Ero in una casetta di fango essiccato in riva al fiume, senza riscaldamento. Di notte, a 2200 metri, faceva freddo; di giorno, piuttosto caldo. Non c’era rumore, solo il mormorio delle acque. Per la serie, cosa non si fa per scrivere un libro.
Nonostante la premessa, Il fiume è un romanzo suggestivo e di piacevole lettura. Come lo è del resto L’albero, primo volume di questa fortunata trilogia sulla natura pubblicata da Rizzoli, e che si concluderà con Il vulcano. Così come il tasso plurisecolare ha raccontato la sua lunga vita in prima persona, anche il fiume si rivela un fedele testimone di millenni di storia. Attraverso il suo lento e inesorabile fluire, riaffiorano i ricordi dell’umanità insieme a quel mondo mitologico, pagano e magico a cui essa è stata legata fin dagli albori. Ma non è un fiume qualunque: il corso d’acqua a cui si riferisce l’autore è il mitologico Eridano, il romano Eridanus, il Rex fluviorum di Virgilio, l’ovidiano Padus, più noto come Po.
In quest’opera di ricostruzione fantastica e di spietato rigore scientifico – sì, perché l’autore, prima di scriverlo, ha consultato i massimi studiosi di biologia, idrologia padana, professori di sistemazioni idraulico-forestali nonché esperti di essoterismo – la trama si snoda avvincente grazie alla folta schiera di ineffabili personaggi: oltre alla Terra, il Dio Sole, Il Po, i sui affluenti e le montagne da cui sgorgano, appaiono gli dei e le dee della mitologia grecoromana e celtica; e ancora le bellissime ninfe d’acqua dai capelli verdi, gnomi, donne sciamane, ondine, silfidi, angeli, mammiferi, uccelli, insetti e pesci.
È il cosmo che ruota intorno all’acqua e viceversa, da cui ogni cosa trae un inizio e una fine: creature viventi, materia organica e inorganica, tutti si trasforma, rinasce, muore e così sia. Questo è il mondo di Mina di Sospiro, oscillante tra un al di qua e un al di là, in un’ambigua commistione tra il fantastico e il reale, con perfetti soggetti simil-tolkeniani, degni di essere rappresentati in un film. Accanto al mondo parallelo di corpi sottili, si muovono nel tempo della storia gli uomini con le loro finte certezze e fragilità. Dai celti che battaglieri cavalcano nudi ai guerrieri romani, ognuno domina, possiede ae assoggetta; Attila re degli unni e Flagello di Dio, Carlo Magno, Leonardo da Vinci, Botticelli, Napoleone e Hitler, ognuno a modo suo, nel bene e nel male.
Nell’era dello zapping e della sintesi del sapere, questo romanzo va etto come un piccolo e intenso affresco scientifico-filosofico: un trattato di brevi pennellate sulla trasformazione e il divenire: lieve in apparenza e profondo nell’essenza. Un frullato inedito che travalica la New Age o meglio, una fulminante teoria del caos, che fluisce attraverso gli eterni interrogativi dell’uomo. Dai pensieri karmici del Buddha a quelli ineluttabili del Krishnamurti, tutto scorre: i trattati medioevali di magia e alchimia, la metafisica erotica di Platone, la Caverna delle ninfe di Porfirio, gli spriti elementari di Paracelo, la mistica ebraica, cristiana, sufi…
Un fiume in piena, per l’appunto, con le sue meraviglie e i suoi detriti, dove gli dei sono andati in esilio in attesa di un breve cenno per fare al più presto ritorno.