A cura di di Eleonora Frongia
Se il corbezzolo e il ginepro raccontano gli uomini
Paragonato dal Sunday Business Post a classici come Il piccolo principe e Il mondo di Sofia, è finalmente disponibile in traduzione italiana il primo romanzo di Guido Mina di Sospiro, in cui un albero ultramillenario narra attraverso la propria biografia la storia di quegli strani “bipedi” chiamati uomini. I quali sempre in conflitto con le altre specie prima ancora che con se stessi, sembrano seguire alla lettera l’esortazione contenuta nella Genesi, che con queste parole: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra e sottomettetela: e dominate i pesci del mare, gli uccelli dell’aria e ogni cosa vivente che si muove sulla Terra” ne esalta la natura dominatrice.
A proposito de L’Albero, Aidan Brady, il recentemente scomparso direttore dei National Botanical Gardens di Dublino, rivolgendosi all’autore, col quale condivideva l’amore per le piante e il desiderio di conoscerne la più intima essenza, osservò che “soltanto un inguaribile ottimista avrebbe tentato di scrivere un romanzo con un titolo del genere”. La molla della scrittura di Guido Mina di Sospiro non è però l’ottimismo ma piuttosto la precisa convinzione che nessuno, neanche il più “indurito e rozzo” degli esseri umani, può rimanere insensibile di fronte a un “monumento vivente” quale è il protagonista del suo racconto. Ecco perché dopo anni di studi e ricerche, rivelatesi proficue anche grazie alla collaborazione di alcuni tra i maggiori botanici e naturalisti contemporanei, ha dato alle stampe un’opera nella quale si vuole parlare di scienza con il linguaggio della favola.
Il lettore è infatti invitato a calarsi sia nelle vesti dello scienziato, che concepisce la terra come un unico essere vivente da amare e rispettare, sia in quelle dei favolistici personaggi della comunità arborea: dai “nobili sempreverdi” all’”umile ginepro”, “dall’edera appiccicaticcia” al “vivace corbezzolo”, senza i quali nessuna storia sarebbe stata possibile. Personaggi immobili di un universo metaforicamente rappresentato dalla verde isola di Hibernia, luogo potenzialmente armonico se anche il destino dell’uomo, che è pur sempre un animale, fosse quello di essere semplicemente di passaggio.