IL SECOLO XIX

CULTURA & SPETTACOLI, 11 novembre 2002, Lunedi

Intervista all’autore del suggestivo libro uscito con successo in America a appena pubblicato dalla Rizzoli

Quelle fronde testimoni della nostra storia

“L’Albero”, un romanzo di Guido Mina di Sospiro, nobile italiano trapiantato in Usa

La decadenza degli alberi coincide con il Rinascimento, con la civiltà degli uomini». Guido Mina di Sospiro, 40 anni è appena arrivato in Italia per presentare il suo ultimo libro “L’Albero” (Rizzoli, 291 pagine, 14 euro). Dopo dodici anni di isolamento e ricerca nel suo studio-bunker a Miami, “laddove fino a poco tempo fa la civiltà non c’era”, Mina di Sospiro racconta la nostra storia attraverso la voce di un tasso femmina di 2000 anni, un albero straordinario dal punto di vista botanico, avvolto dalla storia, dalla legenda e ricco di significato religioso», scrive l’autore. La protagonista è la regina della foresta, un po’ presuntuosa e immatura, che osserva gli altri componenti del regno animale con particolare attenzione agli uomini, prima i Celti che la considerano una divinità, poi i romani che sotto le sue chiome tentano di conquistare l’Irlanda. Il tasso cresce, scopre l’amore attraverso nuvole di polline che entrano nei suoi pori, ribadisce la sua sovranità sulle nemiche querce con la guerra chimica, entra per trent’anni in depressione, soffre la perdita della madre all’ombra delle cui radici era cresciuta. E infine decapitata dall’ascia dell’uomo perde le ultime foglioline, più saggia e conscia che la natura, più che madre, è matrigna. Il libro già pubblicato nei paesi anglosassoni è stato apprezzato con particolare attenzione da biologi e scienziati per la precisione con cui tratta l’argomento,

Mina di Sospiro, cos’è il suo libro?

Una fiaba scritta con metodo, con razionalità, non è un libro “orsacchiotto”. È un distillato diluito delle mie conoscenze. Il primo di una trilogia di inanimalia, i prossimi, saranno “il fiume”, Il Po, e “il vulcano”, l’Etna. Alcune delle storie che racconto sono leggende ascoltate da un vecchio irlandese a Killarney. Il libro è volutamente semplice, una storia per tutti, anche se dietro ogni singola parola c’è uno studio.

Ha catturato l’attenzione degli scienziati.

Alan Mitchell, una delle più alte autorità mondiali nel campo della botanica, purtroppo non più fra noi, mi ha aiutato moltissimo. Al nostro primo incontro mi trattò con freddezza e distacco, ho dovuto stupirlo per cogliere il suo interesse, cosìè stato per gli altri.

Perché ha scelto un tasso come protagonista?

Gli alberi sono stati padroni indiscussi del mondo prima degli uomini, il tasso, albero molto comune in Irlanda, è tecnicamente immortale, da vecchio diventa cavo e rinasce da dentro, i suoi rami entrano nel terreno e danno vita a interi boschi, se gli si permette di crescere. Gli inglesi hanno vinto le loro battaglie grazie ad archi alti due metri, fatti con i lunghi e flessibili rami dei tassi che permettevano alle frecce di perforare le armature di ferro. E poi dal tasso si ricava il taxol, il più potente agente anticancro, e il libro è dedicato ad un amico morto di questo male.

Il tasso regna senza essere il più alto fra gli alberi

Non è saggio essere alti, l’11 settembre insegna: hanno scelto le più alte da abbattere fra le torri.

Il suo libro non trascura nemmeno il rapporto con Dio

L’ultimo secolo è stato Teoeccentrico, teso all’allontanamento da Dio. La società occidentale è principalmente atea, focalizzata su idee astratte create dall’uomo. La reazione è nelle nuove realtà spirituali sette incluse. Personalmente credo che Dio sia partecipabile attraverso le creature. Il mio amico, filosofo della scienza Rupert Sheldrake, arrivando qui a Portofino, avrebbe toccato l’acqua, simbolo di immanenza e mezzo di trascendenza.

Segue la politica italiana?

La politica non mi piace, preferisco ascoltare la natura che è molto più schietta.

Cosa si aspetta da questo tour promozionale?

Sono curioso di vedere le reazioni per un libro che non è banale e non vuole far ridere.

ROBERTA OLCESE 2002