Il FOGLIO

13 dicembre 2002

LIBRI

Guido Mina di Sospiro
L’ALBERO
292 pp Rizzoli: euro 14

Ventiquattromilasettecentoquaranta lu-ne fa: ricordo–di essere nata. Ricordo di essere spuntata dalla soffice Terra e di aver ricevuto il saluto di mia madre, ancora così vicina al terreno eppure già protesa a guardare in su con le mie prime foglioline. Inizia così a narrare, in pianissimo un poco bucolico, il matusalemme vegetale (le lune, tradotte, fanno 2000 anni) protagonista dell’opera prima di Guido Mina di Sospiro. Un albero, ma non qualsiasi. Trattasi, innanzitutto, di un superbo esemplare di tasso femmina (Taxus baccata) ben radicato nella verde Irlanda, al centro del chiostro di un’abbazia francescana di Killerney. Un tasso, vale a dire un vegetale longevissimo (anzi, dicono i botanici, “tecnicamente immortale”), di ascendenza preistorica (e perché non addirittura il primo albero spuntato sul globo?). E ricco di contraddizioni: velenoso a livelloletale, a parte le bacche, dette arilli (commestibili, ma attenzione: guai a ingerirne il seme); ma dalle sue foglie si estrae il taxol, dai miracolosi effetti anticancro.

Per di più, il tasso narratore è di linfa blu. Trattasi addirittura della Regina della Foresta. Sotto le cui fronde ne accadono di cotte e, più spesso, di crude. Duemila anni di storie in pillole, episodi, leggende. Protagonisti, gli uomini. La loro “anomalia” nel mondo animale. E il loro atteggiamento altalenante rispetto a madre natura: cacciatori di teste assetati di sangue o druidi che eleggono proprio il nostro tasso come nume tutelare. Frati francescani che abbattono la pianta, ritenuta demoniaca, e poi, quando dal tronco abbattuto rifioriscono dodici germogli (come i dodici apostoli), la pongono al centro del chiostro della loro abbazia.

Lungo le pagine del libro s’incontra anche altro. Eremiti e san Patrizio. Robin Hood (ai tassi gli arcieri britannici debbono il legno del celeberrimo “arco lungo”: chiedere per referenze alla cavalleria francese massacrata a Crecy), la Donna del lago e la celeberrima IV Legione hispana, di stanza in Bretagna e scomparsa misteriosamente nel nulla.

Il perché e il percome, in presa diretta o attraverso alcuni “intermediari” del mondo animale (tra cui una lupa, discendente “dalla nobile Lupa che, secoli prima, aveva allattato due gemelli destinati a fondare una grande città e a dare origine a una prodigiosa civiltà”), ce lo spiega madama tassa. Ironica ma più spesso altezzosetta (in fondo, sempre di una sovrana si tratta), ingenua dapprima, poi sempre più smaliziata e acre. Sino a pronunciare un blasfemo j’accuse nei confronti della Natura, rivelatasi, da madre, matrigna. Nelle pagine, accanto alla storia dell’uomo, si svolge anche la storia del bosco e dei suoi abitatori vegetali o a quattro zampe. Dietro la semplicità favolistica della trama e della scrittura, c’è amore e c’è morte. E, ovviamente, guerra tra i tassi e le nemiche querce, condotta senza esclusione di colpi, un poco Sun Tzu e un poco armi chimiche. Tutto ben poco romanzato, in verità, e sostenuto da formidabili conoscenze botaniche, in grado di vincere l’esame del più pedante esperto del ramo.

Convinto, col filosofo Ludwig Wittgenstein, che “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”, Mina di Sospiro (cosmopolita doc e un po’ blasé), dalla prima intuizione (galeotti gli alberi secolari del parco della nonna, a Como), ha tenuto in gestazione ben undici anni la sua “favola che coniuga rigore scientifico, folclore, rigore scientifico e storia”. Anni spesi a compulsare tutto lo scibile sull’argomento. Pubblicato in inglese col titolo Story of Yew (ma “yew” si pronuncia come you, “voi” o “tu”) e subito libro cult, accostato addirittura a bibbie New Age quali “Il piccolo principe” e “Siddharta”, “L’albero” costituisce la prima parte di una trilogia in cui prenderanno la parola un fiume (il Po) e un vulcano (l’Etna).

LIBRI
Guido Mina di Sospiro
L’ALBERO
292 pp. Rizzoli, euro 14
L’albero
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