GARDENIA

FEBBRAIO 2003

DA LEGGERE
LIBRI, SAGGI, RIVISTE: LO SCAFFALE DEL NATURALISTA
a cura di PIA MEDA
IL LIBRO DEL MESE
IL TASSO RACCONTA…

L’AUTORE

Guido Mina Di Sospiro, nato in Italia, vive negli Stati Uniti d’America dove collabora con varie riviste, come studioso di musica e di cinema. Ha cominciato a scrivere “L’albero” circa undici anni fa, avvalendosi della collaborazione di noti studiosi quali  Aidan Brady, Direttore del National Botanic Gardens di Glasnevin, a Dublino, e Ghillean Prance, direttore, dal 1988 al 1999, dei Kew Gardens di Londra.
Il libro, scritto originariamente in inglese, è il primo di una trilogia che comprenderà anche la storia di un fiume, il Po, e di un vulcano, l’Etna.

L’ALBERO, Guido Mina di Sospiro, Rizzoli, Milano 2002, pag. 291, Euro 14,00

 

IL TESTO: 

Un esemplare femminile di tasso, vecchio di 2.000 anni, racconta in prima persona la storia della sua vita. E l’intreccia con quella dell’ambiente che lo circonda, uomini, piante e animali compresi. Non è sempre buona, questa regina della foresta; odia spesso il genere umano, del quale preferisce di gran lunga il sesso femminile; desidera la pace, ma fa una guerra feroce agli alberi che attentano alla sua posizione di superiorità e privilegio. Una presenza forte e prepotente, per certi versi ambigua, che tiene testa al lettore sino alla fine quando, stanca di lottare, si lascia morire: non senza avere prima lanciato messaggi d’amore a tutti gli uomini, ma anche anatemi alla natura che la obbliga a fatichee competitività a suo dire assurde. Trama insolita e io narrante inconsueto per questo libro che Rizzoli ha recentemente pubblicato e che l’autore ha definito “un’autobiografia-ecofavola, concisa ed eminentemente rapsodica”.

Abbiamo incontrato Guido MIna Di Sospiro in Italia per la presentazione del volume che in America, Inghilterra e Irlanda ha già ottenuto successi lusinghieri. Ecco la nostra conversazione.

CHE COSA INTENDE QUANDO AFFERMA CHE “L’ALBERO” E’ UN’ECOFAVOLA? 

Voglio dire che è una fiaba che può essere letta anche da un ragazzino. Ma che, per non farne un libro-orsacchiotto del genere New Age, ho documentato accuratamente dal punto di vista scientifico.

COME MAI IL PROTAGONISTA DEL LIBRO E’ UN TASSO?

Sul finire degli anni Ottanta mi ero reso conto che i discorsi su temi ecologici avevano stancato la gente, non facevano più presa su nessuno. Allora mi è venuta l’idea di dare la parola a un albero: avrei evitato che fosse ancora una volta l’uomo a parlare alle piante. Avrei fatto un libro dendrocentrico.

E’ VERO CHE HA IMPIEGATO MOLTO TEMPO A SCRIVERLO?

Sì. Perché, dopo aver deciso che Taxus baccata avrebbe potuto esserne il protagonista, ho cominciato a documentarmi. Ho raccolto tantissimo materiale, arrivando alla conclusione, grazie all’aiuto di botanici di fama internazionale come il compianto Alana Mitchell, che è uno degli alberi più longevi del mondo.

Dopo questa fase teorica sono andato a cercare il “mio” tasso, prima in Inghilterra, poi in Scozia e in Irlanda. E’ in quest’ultimo Paese che, all’interno del Killarney National Park, tra i resti della Muckross Abbey, ho trovato il “mio” esemplare.

TROVATO L’ALBERO GIUSTO, COSA HA VOLUTO DIRE PER LEI SCRIVERNE LA STORIA? 

Ha significato immergermi a tal punto nella sua vita, da dimenticarmi certe volte di essere un uomo. Il tasso era diventato per me un’ossessione, non pensavo ad altro. Mi ero calato dentro l’albero, vivevo sotto la sua scorza. Cominciavo a vedere tutto dalla sua prospettiva.

IN REALTA’, ASSIEME ALLE VICENDE DEL TASSO, LEI RACCONTA LA STORIA DELL’UMANITA’.

Sì, certo. IL titolo originale del libro, “The story of yew”, gioca addirittura sul fatto per cui yew, tasso, ha lo stesso suono di you, voi, in modo da poter essere inteso sia come “storia del tasso” che come “storia di voi, e cioè degli uomini.”

UNA DOMANDA SUL FINALE DEL LIBRO: COME MAI IL TASSO FINISCE CON IL RICONCILIARSI CON GLI ESSERI UMANI, MA CONTINUA A NON ACCETTARE LE LEGGI DELLA NATURA? 

L’albero in età avanzata ritorna a uno stadio infantile, di amore universale, di non belligeranza su tutti i fronti. Ma è, al tempo stesso, arrabbiato con madre natura, perché pensa che la vita non può essere una continua lotta, un’eterna partita di scacchi. Che senso ha per esempio produrre migliaia di semi per avere un’unica pianta?

D’ACCORDO, MA QUESTE SONO LE REGOLE.