venerdi , 06 dicembre 2002
Guido Mina di Sospiro dedica un eco-favola al tasso. E la pianta si mette a raccontare anche la nostra storia
L’ albero che parla e il marchese rampante
Memorie di un albero di duemila anni a beneficio della razza umana. Le ha raccolte un marchese, discendente di un’ antica famiglia cremonese, nato a Buenos Aires, allevato a Milano da governanti di lingue diverse, vissuto un po’ ovunque e oggi residente a Miami con tre figli maschi e la moglie Stenie, conosciuta al party per il fidanzamento tra il principe Carlo e Lady Diana. Un personaggio che pare uscito da un libro di Calvino.
Ma a differenza del barone rampante Cosimo di Rondò che per sfuggi re all’ ennesima punizione decide di salire su un albero e non discenderne mai più, Guido Mina di Sospiro, 42 anni, studi di musica e orchestrazione con Antoine-Pierre de Bavier (l’ allievo preferito di Furtwängler), qualche anno di giurisprudenza a Pavia, una lunga amicizia-collaborazione con lo sceneggiatore di Hitchcock Ernest Lehman, editor e novelliere, è rimasto sulla terra, limitandosi a ritirarsi per circa dodici anni (tranne qualche puntata in Irlanda, Scozia, Ecuador, Israele per fare ricerche sul campo), nel suo studio tropicale a prova di uragano a Pinecrest, in Florida, «un luogo – dice – fino a poco tempo fa incontaminato». E’ lì che ha scritto l’ eco-favola del tasso, o meglio della tassa perché di femmina si tratta, un alber o che vegeta sulla terra da circa 250 milioni di anni, cioè da prima della comparsa dei dinosauri, sicuramente da molto prima dell’ invasione degli uomini.
Scritto in inglese nell’ originale e ora tradotto in italiano, il libro ha avuto un inaspettat o successo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dove è stato paragonato a classici della filosofia a uso di tutti come Il piccolo principe, Siddharta, La collina dei conigli, Il mondo di Sofia e dove ha convinto persino i botanici, di solito diffiden ti delle fiction con pretese scientifiche (anche l’ Enciclopedia Britannica ha pubblicato una favorevolissima recensione nella sua versione online). L’ idea, al marchese, è venuta osservando gli alberi secolari nel parco della casa di cura dove, a 27 anni, venne ricoverato dopo un grave incidente stradale che lo costrinse a oltre un anno di operazioni, dolori, riabilitazioni.
Convinto, contrariamente a quanto insegnano le scuole di scrittura creativa americana, che «scrivere di ciò che non si co nosce» sia meglio di scrivere di ciò che si conosce, l’ autore si è gettato impavido nell’ impresa, stimolato soprattutto da una caratteristica che fa del tasso una pianta tecnicamente immortale. Usato dai druidi per i loro altari, da Robin Hood per costruire archi, dai ricercatori di oggi per la sostanza anti-cancro che produce, questo albero si rinnova dall’ interno all’ esterno cosicché nessuna singola parte risulta vecchia come l’ intero albero. Per questo The Story of Yew (yew in inglese su ona come you, voi) è diventata anche «La vostra storia», la storia degli uomini che la regina della foresta (nel libro io narrante) osserva nel suo svolgersi, dall’ invasione dei cristiani che distruggono l’ animismo celtico recidendo il legame tra l ‘ uomo e il regno vegetale, fino al totale asservimento all’ antropocentrismo.
Ma la natura, per quanto matrigna, almeno per Mina di Sospiro e i suoi lettori, avrà la sua riscossa. Il marchese ha in mente una trilogia di «inanimalia»: dopo la storia del tasso, arriverà la storia di un fiume, il Po («ma Bossi e i suoi seguaci non c’ entrano niente»), e poi quella di un vulcano, l’ Etna. Due protagonisti che hanno ancora molto da raccontare.
Cristina Taglietti
Il libro: Guido Mina di Sospiro,
«L’ albero», Rizzoli, pagine 290, euro 14